Ottenere prestiti personali non è mai semplice, specialmente se si ha un contratto di lavoro a tempo determinato. Rispetto ai contratti a tempo indeterminato, infatti, la richiesta di un prestito con contratto a tempo determinato implica che anche la durata del prestito sarà ridotta, e quindi il tempo a disposizione per restituire la somma tramite rate. Inoltre, più il contratto di lavoro è breve più le somme da poter richiedere saranno limitate.
Sebbene non tutte le banche considerino “soggetti bancabili” chi non ha un contrato a tempo indeterminato, esistono alcuni istituti di credito che fanno prestiti anche a chi ha un particolare tipo di contratto, un contratto a termine, a collaborazione occasionale o a progetto). Una forte agevolazione per chi avesse questi tipi di contratti, potrebbe esserci per chi è dipendente dello Stato. Questo avviene perché il pubblico impiego ha alcune convenzioni con l’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) che fungono da garanzia in caso di prestiti, in quanto spesso i lavoratori pubblici sono iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Sociali e Creditizie.
In generale, per i lavoratori del pubblico impiego esiste un insieme di regole specifico per quanto riguarda i prestiti per i dipendenti. Tra queste regole, vi è la possibilità di cessione del quinto sullo stipendio per prestiti il cui tempo di restituzione corrisponda alla durata stessa del contratto. In caso di cessione del quinto sullo stipendio, la somma del prestito viene consegnata al richiedente sotto forma di assegni circolari non trasferibili. In alternativa, può essere elargito mediante bonifico bancario direttamente su un conto intestato al dipendente. Il valore di ogni rata rimane lo stesso per tutta la durata del prestito, così come il tasso d’interesse.
Se, dunque, ogni rata corrisponde ad un quinto dello stipendio, ecco il calcolo da fare per capire a quanto ammontare la somma massima che possiamo ottenere come prestito: se lo stipendio è di 500 euro al mese, ogni rata mensile sarà di 100 euro che, moltiplicati per il numero di mesi rimanenti fino alla fine del contratto (ad esempio 12), daranno la cifra massima a cui possiamo ambire (1200 euro).
Sempre per quanto riguarda i lavoratori del pubblico impiego, in caso di piccoli prestiti con contratto a tempo determinato, di solito viene firmata un’assicurazione Vita e Rischio Impiego. Questo tipo di copertura assicurativa può essere utile in casi estremi come la morte del dipendente richiedente: in questo caso la compagnia assicurativa si impegnerà a saldare il prestito all’istituto di credito in questione, senza il diritto di interpellare anche minimamente i familiari del deceduto.
Un altro caso in cui questo tipo di assicurazione può tornare utile è l’interruzione del contratto di lavoro prima del tempo stabilito. Se ciò avviene senza ricollocamento immediato o mobilità, la compagnia assicurativa si impegna a saldare il prestito, ma il richiedente rimane comunque il principale debitore. In caso invece di ricollocamento entro sei mesi per un altro lavoro presso un ente pubblico, l’istituto di credito trasferisce il contratto del prestito alla nuova occupazione del richiedente e le rate verranno scalate direttamente dalla nuova busta paga.
Per legge, le rate da pagare non possono superare un terzo del nostro stipendio mensile. Se quindi, ad esempio, lo stipendio è 900 euro al mese, la nostra rata mensile non potrà essere superiore a 300 euro.
Di solito, alla somma totale da restituire, viene applicato un tasso d’interesse annuo pari al 4,25% oltre a una ritenuta del 0,50% .
I motivi che spingono un lavoratore con contratto a tempo determinato a richiedere un prestito possono essere vari, dal voler acquistare una macchina al dover far fronte a spese improvvise di diverso tipo. Qualunque sia la ragione che spinge a richiedere un prestito, le strade da percorrere sono fondamentalmente due: richiederlo con l’aiuto di un garante o fideiussore, oppure senza nessuno che garantisca per noi. La firma di una persona più o meno vicina a noi, con i giusti requisiti finanziari, agevola sicuramente la situazione, dal momento che questa persona si impegna a confermare la nostra affidabilità e, in caso non riuscissimo a saldare il prestito, a farlo al posto nostro. Può essere un parente, un amico, il vicino di casa o un coinquilino: insomma, chiunque si senta di prendersi questo impegno. Con l’aiuto di un garante non solo è più semplice ottenere il prestito, ma è possibile anche chiedere somme più alte.
Ovviamente il garante in questione deve avere un reddito tale per cui il 30% del suo stipendio possa essere sufficiente, eventualmente, a saldare il nostro prestito.
Prestiti con contratto a tempo determinato senza garante: le vie percorribili
In caso non avessimo nessuno che possa garantire per noi e fare le nostre veci, esistono alcuni iter da seguir, ma le possibilità di ottenere un prestito sono nettamente inferiori.
Ma vediamo come fare.
Una possibile forma di garanzia può essere la prova di una rendita mensile fissa. Ad esempio, se possediamo un immobile che affittiamo a terzi, l’affitto che percepiamo ogni mese può fungere da garanzia per ottenere il nostro piccolo prestito con contratto a tempo determinato.
Come già accennato, un’altra garanzia da poter utilizzare per ottenere un prestito è l’effettiva busta paga che percepiamo con il nostro lavoro, sebbene potrebbe non consentirci di ottenere prestiti oltre una certa cifra.
Un altro modo per ottenere un prestito senza garante è utilizzare beni di valore come forma di garanzia. Questo tipo di prestiti è anche detto “credito su pegno”: qui la somma del prestito dovrà essere uguale o inferiore al valore del bene utilizzato come pegno. Questo bene funge da garanzia dal momento che, in caso non riuscissimo a sanare il prestito, la banca ne entrerebbe in possesso.
Un altro metodo per ottenere un prestito con contratto a tempo determinato è ipotecare un immobile. È possibile utilizzare questo metodo solamente se l’immobile in questione supera un certo valore e se la somma del prestito è particolarmente elevato.
Esiste, poi, un’ulteriore strada che è possibile intraprendere in caso non si abbia la possibilità di avere un garante o un delle forme di garanzia appena descritte. Questo tipo di prestito prende il nome di “prestito cambializzato”, che consiste in un prestito la cui restituzione viene fatta mediante cambiali. Per chi non lo sapesse, le cambiali non sono altro che titoli esecutivi, e rappresentano una forma di garanzia perché consentono, in caso di mancata restituzione del denaro, a chi presta di rifarsi sul richiedente.
È utile ricordare che ricorrere al prestito cambializzato non è quasi mai una buona idea, e che è bene utilizzarlo solo in casi estremi, dal momento che il rischio è molto alto.
Forse non tutti sanno che, nel caso in cui nessun istituto di credito sia disposto ad elargire un prestito per il nostro tipo di contratto lavorativo, è possibile ricorrere ad un prestito tra privati. In tal caso, bisogna entrare in una delle tante piattaforme online in cui poter richiedere un prestito di piccola o media entità a privati, caricando direttamente sul sito tutta la documentazione necessaria e le garanzie richieste. Per questo tipo di prestiti, le limitazioni potrebbero essere ridotte rispetto ai prestiti elargiti dagli istituti di credito, quindi il tempo di restituzione potrebbe essere più lungo della fine del contratto di lavoro e le somme potrebbero essere più elevate.
Prestiti con contratto a tempo determinato: limitazioni alla richiesta
Tentar non nuoce, ma è bene essere consapevoli che richiedere un prestito con contratto a tempo determinato ha due limitazioni fondamentali: piano di rientro ridotto e piccole somme.
Per piano di rientro ridotto si intende che il tempo a disposizione per restituire la somma non può superare la data di fine del contratto lavorativo. Ad esempio, se il contratto scade tra 13 mesi, si avranno esattamente 13 mesi per saldare il prestito, quindi 13 rate mensili. A garantire per noi sarà dunque la stessa busta paga, in questo modo le banche sono più sicure che riusciremo a restituire tutto il denaro nel tempo previsto.
Questo porta alla seconda limitazione, ovvero la somma di denaro ridotta: Se ho solo un certo numero di rate a disposizione, il prestito non potrà ammontare a più di una certa cifra, per ovvi motivi.
Può capitare che non si abbia né la possibilità di avere un garante né una busta paga. In questi casi si può fare uso di altri tipi di garanzie, come pegni (beni materiali) o ipoteche.
Documenti necessari per richiedere un prestito con contratto a tempo determinato: cosa serve?
I documenti necessari per richiedere questo tipo di prestiti sono sempre gli stessi e vanno presentati alla banca a cui vogliamo richiedere il prestito. Bisogna anzitutto compilare un modulo specifico per questo tipo di finanziamenti. Inoltre bisogna presentare i seguenti documenti: il contratto di lavoro attuale a tempo determinato; la dichiarazione dei redditi o, in alternativa, le ultime due buste paga; la carta d’identità o qualsiasi altro documento d’identità valido; la tessera sanitaria o anche solo il proprio codice fiscale.
Oltre a ciò, chi richiede un piccolo prestito con contratto a tempo determinato deve avere alcuni requisiti, tra cui avere un’età tra i 18 e i 75 anni, essere cittadino italiano (o essere in possesso di un permesso di soggiorno valido) e avere un conto corrente intestato a se stessi.