La richiesta di un prestito infruttifero ad un parente è un’ottima alternativa ai prestiti personali, una via che se percorribile può portare ad un notevole risparmio in termini di tassi d’interesse e anche ad un risparmio di tempo e pratiche burocratiche. In questo articolo vedremo di cosa si tratta, le modalità per ottenerlo, l’eventuale tassazione e cosa accade in caso di mancata restituzione.
Fac simile scrittura privata prestito infruttifero a figli e altri parenti
Come abbiamo accennato poco sopra la richiesta di un prestito personale può avvenire anche tra privati, senza necessariamente passare attraverso il canale consueto offerto da un istituto bancario. Il prestito tra privati può avvenire tra due persone non unite da legami di parentela, ma generalmente è la modalità di prestito privato più usata tra parenti e congiunti. Quando il prestito avviene in questa circostanza ecco che il prestito si definisce infruttifero perché il concedente rinuncia a ottenere qualsiasi guadagno su quella somma di denaro prestata.
Il caso più comune di prestito infruttifero avviene ad esempio tra un padre e un figlio, magari per l’acquisto di una casa, oppure per ridurre la somma di denaro che il figlio dovrà procedere a richiedere alla banca, così da abbassare le rate del mutuo.
Proprio per la natura assolutamente libera del prestito infruttifero, questo tipo di prestito rappresenta la formula ideale e anche quella più usata tra parenti, poiché esiste, per il ricevente, una maggiore libertà nella restituzione della somma ricevuta in prestito.
Naturalmente questo non vuol dire che il prestito infruttifero non debba rispettare delle regole o che non sia soggetto a controlli anzi, vi sono delle accortezze che è bene rispettare per non rischiare di incorrere in spiacevoli situazioni, soprattutto con l’Agenzia delle Entrate.
Infatti, il principale problema di un prestito di questo tipo è che fa scattare un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate che monitora lo stipendio fisso percepito da un cittadino. Ad esempio: se il figlio dell’esempio fatto poco sopra, percepisse uno stipendio medio di 1.000 euro al mese, è difficile che non si rivolge ad un istituto bancario per ottenere il muto per l’acquisto della casa; se però il prestito viene ottenuto dal padre, allora è possibile che l’acquisto della casa possa essere effettuato anche senza chiedere i soldi alla banca. Questo però fa scattare il controllo dell’Agenzia delle Entrate che si accerterà che questo denaro, per così dire anomalo, non provenga da introiti a nero.
Naturalmente è difficile dichiarare di fronte al fisco che quei soldi sono frutto di un prestito assolutamente legittimo, tuttavia, proprio per non incorrere in controlli rigidi e sanzioni salate è necessario procedere con la giusta accortezza. Il primo passo è proprio quello di stipulare un vero e proprio contratto che tutelerà entrambe le parti.
Se quindi avete intenzione di ottenere un prestito infruttifero da un parente oppure dai vostri genitori, dovrete rendere effettivo e trasparente il vostro passaggio di denaro; può sembrare strano ricorrere a un contratto tra privati, è vero, specialmente se ad essi siamo legati da vincoli di sangue e affettivi, ma è fondamentale per tutelare entrambe le parti di fronte al Fisco che, invece, non bada a nessun tipo di legame quando deve procedere con gli accertamenti sulla provenienza del denaro.
Per stipulare il vostro contratto è possibile seguire il facsimile ufficiale, previsto anche dall’articolo 1813 del Codice Civile: Scrittura Privata di Prestito Infruttifero tra due familiari (ex art. 1813 del C.C.).
Come riportato nel facsimile, il contratto andrà redatto in duplice copia originale. Su ogni copia andranno riportati i seguenti dati, fondamentali ai fini della validità della scrittura:
- dati anagrafici e di recapito del mutuante;
- dati anagrafici e di recapito del mutuatario;
- specificazione del rapporto di parentela tra i due soggetti;
- oggetto del contratto (prestito della somma, con l’indicazione del valore dell’importo prestato e delle modalità di versamento del denaro);
- durata del contratto con l’indicazione temporale di quando la somma verrà rimborsata;
- scopo: indicazione dell’impiego della somma prestata;
- restituzione anticipata (eventuale);
- interessi: specificare che il prestito non ha natura fruttifera e che il mutuante rinuncia a qualsiasi forma di guadagno sulla somma prestata;
- luogo dell’adempimento contrattuale;
- firme del mutuante e del mutuatario.
Il fac simile della scrittura privata deve essere composto di ogni elemento affinché il contratto si ponga in essere e abbia valore legale. Trattandosi di un prestito infruttifero, il punto più importante del contratto è proprio quello dove vengono specificati gli interessi. In questa parte del contratto si sancisce infatti che il prestito non ha scopo fruttifero e che la somma rimborsata successivamente non maturerà interessi e pertanto sarà uguale a quella versata in partenza. Questa parte è molto importante e dovrà essere sempre specificata nella scrittura del contratto poiché si tratta di una clausola specifica per questo genere di prestito e pertanto occorre sempre indicarla.
Tassazione prestito infruttifero: ci sono imposte da pagare?
Un altro aspetto molto interessante che deve essere tenuto in considerazione per questo genere di prestito è la tassazione.
Nel caso in cui ci si rivolga ad un istituto di credito infatti i tassi verranno direttamente gestiti dall’Istituto che quindi si occuperà di aggiornare le proprie informative, ma nel caso di prestiti tra privati, il discorso cambia e occorre essere sempre informati. Questo perché è sempre bene svolgere tutto secondo le regole e senza eludere, anche involontariamente l’Agenzia delle Entrate.
Per qualsiasi tipo di reddito, che sia da lavoratore dipendente, autonomo o per altra forma di entrata, infatti, è prevista una tassazione, stando alla legge italiana. Perciò, anche i prestiti sono soggetti a tassazione, anche quelli tra privati. In questo caso però, la tassazione è leggermente più alta rispetto ai prestiti ottenuti da una banca o da un istituto di credito. Nel caso di un prestito infruttifero, come abbiamo appena visto, non esiste una forma di tassazione vera e propria poiché il prestatore non trarrà alcun guadagno dalla somma prestata. Anche per la stipulazione del contratto non vi sono imposte da versare, eccezion fatta per la marca da bollo da apporre sul documento.
Tuttavia, bisogna prestare attenzione nel caso in cui invece nella scrittura privata del contratto di prestito personale si decidesse di applicare un tasso di interesse, questo potrebbe ad esempio accadere nella stipulazione di un contratto personale tra persone non consanguinee o non legate da rapporti di parentela verificabili. In questo caso, bisogna fare molta attenzione al tasso di interesse che si decide di applicare, poiché dovrà sempre rimanere entro una certa soglia, altrimenti si potrebbe incorrere, nei casi più gravi, in un’accusa di strozzinaggio.
Pertanto, il consiglio utile da seguire in questo caso è quello di consultare sempre il sito dell’Agenzia delle Entrate oppure di prendere contatti con un commercialista, il quale sarà in grado di consigliarvi al meglio sui tassi applicabili, senza il rischio di incorrere in spiacevoli situazioni.
Mancata restituzione di un prestito infruttifero a familiari: come tutelarsi legalmente?
Una volta messo in regola il contratto mediante la scrittura privata e una volta applicati eventuali tassi oppure, nel caso del prestito infruttifero, una volta specificata la data di stipula del contratto, il prestito infruttifero risulterà pienamente aderente alle condizioni di legge.
A questo punto occorre perciò aspettare solamente che il mutuatario rispetti quanto stabilito all’interno del contratto, impegnandosi così a rimborsare il prestatore, secondo le regole fissate nel contratto.
Dal momento che si tratta di un prestito particolare, concesso quindi in presenza di un legame molto forte tra le due parti, ne consegue che ci sia piena libertà soprattutto nei tempi di restituzione della somma prestata. Questo può comportare, molto spesso, che il beneficiario del prestito non adempia alla restituzione del denaro prestato. Come tutelarsi legalmente di fronte a un prestito fruttifero non restituito?
In questo caso, aver stipulato una scrittura privata, secondo il facsimile che abbiamo visto sopra, garantisce una forma di tutela legale di fronte a un mancato rimborso del prestito. Mediante il contratto firmato sarà possibile per il prestatore far valere la sua posizione in sede legale e prendere nei casi più gravi il rimborso della cifra prestata. In questo caso però sarà necessario ricorrere agli organi giudiziari, facendo causa al beneficiario del finanziamento infruttifero e portando la causa di fronte a un giudice per ottenere la restituzione della somma prestata.
Diversamente, in assenza di un contratto scritto, sarà molto difficile riuscire a dimostrare che c’è stato un passaggio di denaro ottenuto mediante prestito infruttifero e che il denaro quindi non è stato regalato.
Per questo motivo, anche se può sembrare strano redigere un contratto tra consanguinei, scegliere di affidarsi a una scrittura privata è sempre la scelta migliore per tutelare i propri interessi e, in fondo, anche i legami interpersonali.